L’OSSERVAZIONE DI SÉ: UNA PORTA PER LA LIBERTÀ

 


“Senza osservazione non c’è scoperta e senza scoperta non c’è libertà…”


E la pratica dell’osservazione di sé è la chiave per la libertà!

Imparare ad osservare cosa accade al nostro corpo fisico-emotivo e infine mentale è una conquista notevole e tra le più importanti che può compiere un essere umano, in quanto permette l’ascesa ad un livello di coscienza superiore, che ben si distingue dalla personalità per via del fatto che è in grado di osservarla!

Ovviamente si parla di osservazione pulita. Ovvero, priva dell’interferenza da parte della mente, che di solito essendo per sua natura giudicante, interviene nel direzionare i pensieri.

Se impariamo ad osservare il nostro corpo (partendo da quello fisico per poi proseguire in avanti con gli altri due) senza interferire con ciò che accade, pian piano, nel tempo, incrementeremo la nostra capacità di ricordarci di noi stessi al di là della personalità.

Il ricordo di sé è un livello di coscienza superiore a quello in cui alberghiamo abitualmente la maggior parte della giornata.

Ci sono diversi livelli di ricordo di sé. In generale, possiamo dire che, più si è identificati con la personalità e meno ci si ricorda di sé.

Il ricordo di sé e l’osservazione di sé vanno di pari passo.

L’uno esiste grazie all’altro.

Per accrescere la consapevolezza che permette di scoprire chi c’è davvero al di là dei condizionamenti meccanici della personalità, e quindi, liberarsi da pesi, blocchi e credenze limitanti che bloccano il fluire dell’energia nuova (la libertà) l’unica cosa che è davvero utile fare è RICORDARSI DI SÉ e AUTO-OSSERVARSI.

Ricordarsi di sé significa ritornare al centro e osservare che ora si è qui. Si è tornati e si è svegli a se stessi.


“Eccomi! Ora ci sono. Ma dov’ero fino ad ora?”


Osservare se stessi può significare tante cose. Anche qui dipende dal nostro grado di capacità introspettiva.

Possiamo comunque definire l’osservazione di sé come la volontà di portare l’attenzione dall’esterno verso l’interno e rimanere coscienti a ciò che vi accade.

L’energia che opera durante l’osservazione è femminile, accogliente e non giudicante.

Questo tipo di attività della coscienza ha lo scopo, tra l’altro, di fornire energia all’Osservatore: il “nuovo corpo coscienza” che più prende energia più assume il controllo.

Cosa significa questo?

Che se prima ci si ritrovava a pensare senza rendersene conto e senza volerlo davvero a determinati eventi del passato o a possibili scenari del futuro, con la comparsa dell’osservatore, è la mente che genera tutto questo popò di roba a venire osservata.


E quindi? Che cambia scusa?


TUTTO!


Prima eri identificato e senza saperlo, completamente schiavo della tua mente, che faceva di te quello che voleva lei. La mente è più forte perché in questo mondo viene nutrita di più, attraverso ricordi del passato e anticipazioni del futuro. 

La mente NON funziona nel presente, nel qui ed ora! 

Per questo con il ricordo di sé - che avviene qui ed ora - la mente perde il suo potere.

Attenzione! 

Non sto dicendo che dobbiamo sconfiggere la mente e che la mente è nostra nemica. Anzi, al contrario, la mente ci deve stare e serve alla nostra sopravvivenza (del nostro corpo fisico).

Quello che sto dicendo, invece, è che l’osservatore, il nuovo stato di coscienza in grado di osservare l’attività della mente, senza essere la mente stessa, è il grado di coscienza evoluto che ci permette di ANDARE OLTRE questa mente, che altrimenti, senza di NOI (noi che la osserviamo) ci farebbe quello che è programmata a pensare sia giusto per noi.


ESEMPIO

Enza viene da me e mi chiede: Come mai non riesco a perdere peso nonostante i miei sforzi?


Parlando un po’, dopo qualche domanda, Enza tira fuori questo: “da piccola i miei non c’erano mai a casa con me e per farsi perdonare mi lasciavano sempre guardare la tv fino a tardi e mangiare dei cioccolati. Ora ho 40 anni e ogni volta che rimango a casa da sola mangio quintali di cioccolato.”


In questo caso è facile per me capire l'inghippo:

La mente di Enza ha registrato che cioccolatini e televisione sono un palliativo per non sentire la solitudine e il senso di vuoto da abbandono.

Fino a che Enza ha come paradigma quello appena esposto e si rifiuterà di elaborare le sue ferite per guarirla, sarà difficile se non impossibile che riuscirà ad uscire da questo schema e iniziare il processo di dimagrimento. 


Con l’osservatore però cosa accade?

Che Enza, osservando “da fuori” i suoi pensieri e le sue emozioni, quando si trova a casa da sola e sta per mangiare tutto quel cioccolato, inizia a distaccarsene, a vederli come sostanze che accadono all'interno di sé ma che NON sono sé

Pian piano gli toglie energia perché può vederli come un corpo esterno!

Questa operazione protratta nel tempo genera una modifica permanente e una capacità di gestione di questi corpi che, se portata avanti con costanza, può cambiare totalmente il modus operandi di Enza.

È come quando vediamo che una nostra amica sta male per amore e da fuori noi vediamo chiaramente cosa non funziona nella sua storia ma lei non riesce a vederlo.

Ciò accade perché lei è identificata con quella personalità che non le permette di vedere quello che vediamo noi.

Dal momento in cui lei riuscirà ad osservarsi da fuori, scoprirà cosa c’è che non va e a quel punto potrà compiere scelte differenti.

 ~

In conclusione: con l’osservazione di sé possibile grazie al ricordo di sé (mi ricordo di tornare a me) i bisogni, le sensazioni ed emozioni istintive o gli scenari proposti dalla mente verranno vissuti sempre più come “esterni” a noi. E la conseguenza di questo vivere in maniera più distaccata il corpo, risiede nel riuscire a riconoscere le illusioni, le maschere e gli inganni sia in noi stessi che negli altri per iniziare un percorso che porta a liberarcene.

.

.

.

Sabrina Menga
Alchimia Interior

Commenti

Post più popolari