LA MORTE AMICA

Lo dico contro i miei interessi personali...

Lo sapete che ho perso una persona a me molto cara ultimamente e il mio ego si accomoderebbe volentieri su quell' immagine di donna sofferente che ha perso il compagno che amava infinitamente e che per questo si merita di lamentare la sua assenza, piangerlo continuamente e parlando di lui alla minima occasione.

E per qualche tempo me lo sono in parte concessa questo stato ... perché - diciamo - era giusto così... 


Ma il vero amore in realtà non è questo!


So che molti di voi storceranno il naso leggendo più avanti questo scritto, ma a me dei vostri ego non frega nulla. Mi confronterei solamente con un ammasso di sostanze mentali ed emotive che tutto sono fuorché Voi. Perciò la cosa non m'importa.


Non scrivo questi post per avere un ritorno personale (non del tutto almeno. E se avverrà negli anni sarà una conseguenza inevitabile) ma lo faccio per Devozione verso la Vita...del Dono che mi ha fatto anni fa con la grazia del mio primo Risveglio (parlo di primo perché a mio avviso ci sono molti "livelli" di risveglio) che mi permette oggi di vivere nella gioia nonostante il dolore e nella chiaro visione della verità là dove apparentemente sembra non esserci una logica su perché e per come accadono le cose.


Sono ricchezze e doni la cui importanza non mi sento di paragone a nulla che io conosca. Io sarò sempre in debito per questo.


Non voglio che pensi che sia una specie di illuminata strana o cose simili. 

(Non sia mai che mi ritrovi nuovamente ad uscire con un amico di vecchia data per poi scoprire che ha voluto vedermi sono per scovare cosa di strano ci sia in me o per carpire qualche informazione misteriosa).


Fanculo!


Sono come prima, ma con uno stato di coscienza più cardiaco. Mettiamola così e facciamola finita. 
Nulla di diverso da quello che accade a te quando provi compassione e gioia nel cuore (se la provi).

Sono in cammino come tutti e bom. E se te lo stai chiedendo... sì. Anche da sveglio rimani meccanico e soggetto a leggi di compensazione, se non impari a gestire i tuoi corpi (vedi: lavoro su di sé) e anche quando vedi che l'esterno è interno e scopri perchè sei al mondo i problemi rimangono, ma la differenza è che hai una marcia in più. Del potere di trasformare le cose che prima non avevi.


Chiarito questo punto, torniamo al discorso Morte e defunti...

La sofferenza quando una persona a noi cara ci lascia è davvero enorme...e in alcuni casi sembra davvero non finire, insopportabile...non riusciamo a trovare i mezzi e le risorse e modi di superarla ...di rifarci una vita.

Il dolore e i ricordi ci assalgono...ci dominano fino a sentirci del tutto sopraffatti. Non riusciamo e non vogliamo pensare ad altro, andare oltre e lasciar andare la persona pare impossibile o comunque improbabile.


Vuoi per attaccamento
Vuoi per senso di colpa
(se vado oltre e vado avanti mi sembra di fare un torno, di non dare importanza alla persona)
Vuoi per cultura e tipo di valori

NON SI VUOLE ACCETTARE LA MORTE!


Ma se c'è una cosa che il lavoro su me stessa mi ha insegnato è che quando non voglio accettare qualcosa è senz'ombra di dubbio un qualcosa che merita tutta la mia attenzione nell' essere indagata!


Non sto dicendo che non bisogna soffrire.
Quando la sofferenza è sana, perché parte integrante del processo naturale di rilascio, è ok.


Ma quando questa è causa di un erroneo sistema di credenze circa la morte e di un malsano attaccamento da dipendenza affettiva...beh...abbiamo un problema da risolvere!


Il nostro sistema educativo non ti insegna a fare pace con la morte...a viverla e vederla come parte fondamentale della vita. Come un continuum...una porta per la vita stessa. Non ti aiuta ad aiutare i morti (che non solo sono morti ma vengono ostacolati nel loro cammino da noi che li tratteniamo qui per bisogno egoico personale).


IL VERO AMORE RISIEDE NELLA CAPACITÀ DI ACCETTARE L'ALTRO COSÌ COM'È (morte compresa)


Chi sei tu per dire a quell'anima che non doveva morire?
Ma che ne sai tu che percorso sta facendo e qual è la sua missione.
Siamo esseri troppo egoisti...


Pensiamo che le persone ci appartengano.
È ridicolo!


Nemmeno tu ti appartieni. Figurati un altro.


Non disturbiamo i morti. Occupiamoci dei vivi!


Quella che chiamiamo "sto soffrendo perché non c'è più" non è altro che l' incapacità di vedere e accettare che ciò che mi fa soffrire davvero non è tanto il fatto in sé che è successo ma quello che provo io dentro di me a causa di una ferita che in realtà avevo già!


Mi prendo come esempio:
É vero che sto soffrendo per la separazione permanente dal mio compagno. 
Ma con la Coscienza posso chiaramente vedere che a soffrire non è Sabrina del presente, ma Sabrina che durante la giornata proietta davanti a sé ricordi del passato che porta nel presente e che in realtà andando ancora più a fondo scopro essere legati ad delle emozioni specifiche che provo ogni volta che "subisco" un abbandono!


Accettare che sono in grado di accettare la morte di una persona 
è talvolta più doloroso della morte stessa.


Sia chiaro però...
ogni morte, sia essa piccola o grande, porta in sé la radice della sofferenza. È normale e giusto che sia così. Perché i corpi della personalità sono costituiti per provare gioie e dolori. È nella loro natura.


Infatti non vogliamo fuggire alla sofferenza o rinnegarla.


Quello che vogliamo però è imparare a viverla con consapevolezza.
Il che significa essere presenti a ciò che sta accadendo all' interno di sé...
Riconoscerlo come reale e presente nel qui ed ora.


Esempio:
"Ok...ora sto soffrendo e fa male. Non lo sopporto e vedo che non voglio soffrire ma non riesco a non soffrire. Nel frattempo cerco di fuggire a questo dolore mangiando un dolce...e ripenso a delle scene già vissute...ecc...ecc..."


Vedi che dentro di te c'è qualcosa del genere...ma non vuoi fermare tutto questo, vuoi solamente vederlo, riconoscerlo!


Questo significa essere presenti a se stessi.


La domanda che possiamo farci per aiutarci a trasmutare il dolore (piombo) in emozioni superiori (oro) - Lavoro Alchemico - è:


Che cosa mi fa più male, in realtà, del vivere oggi senza di lui/lei?

PER FAVORE...NON REAGIRE A QUESTA DOMANDA RISPONDENDO SUBITO. STAI FERMO E ACCOGLIENTE ALL'INTERNO PER ATTENDERE DI VEDERE COSA EMERGE DALLA DOMANDA STESSA

-

L' azione che puoi fare e che aiuta davvero la persona a raggiungere più in fretta il paradiso è:

Smettere di trattenerlo con il tuo dolore. Vai oltre...Vivi la tua vita.

È l' atto d'amore più bello e importante che tu possa fargli.
È il vero amore (anche se non sembra)!


Trattenere la persona con il tuo bisogno egoico di averla con te rallenta notevolmente la sua ascesa in paradiso e quindi continua a soffrire nel girone infernale.


Vedo a volte dei post di genitori che hanno perso i figli o figli che hanno perso i genitori o casi come il mio che dopo anni sono ancora lì a scrivere piagnucolare e soffrire....
Ma basta!!!


Si deve imparare a vivere il Non Attaccamento!

Che è un vero e proprio modus operandi di vita. E a mio avviso l'unico che vale la pena di imparare.

Anche persone che perdono il lavoro e sono lì dopo anni a rimpiangere o provare rancore.

Questo accade perché non si vuole andare avanti. Non ci si vuole staccare da quel dolore e diventa più facile nel tempo rimanere una vittima piuttosto che crescere.


Ad ogni modo...
Da quel che ho potuto imparare negli anni con i vari libri e corsi spirituali, quando muori non vai subito in paradiso. Dall' altra parte è come qua. Quello che non hai risolto qui te lo trovi là e soprattutto all' inizio ti tocca passare per l'inferno e scontare i tuoi debiti. 

Es: se nella vita hai trattato male gli altri di là ti tocca pagare il debito. Non so come ma a quanto pare è così. Oppure se sei stato accidioso di là ti tocca rispondere a questa tua mancanza di responsabilità e via dicendo.) Perciò non è che quando moriamo è proprio una passeggiata! 


Soprattutto all' inizio (credo i primi mesi o anni...dipende dal livello di coscienza e da quanto inferno deve viversi.


Dopodiché vai in purgatorio e infine in Paradiso (ma solo se hai vissuto il paradiso qui in Terra). Cioè...se da vivo non hai mai provato amore me un briciolo di gioia, non è che di là cambia qualcosa.

Ripeto...queste cose sul post mortem io le ho imparate da altri (non ho esperienza diretta da raccontare su questo. però posso percepirle a livello sottile, coscienziale.

Se tu non hai il ben che minimo sentore di vita dopo la morte, tutto questo che stai leggendo ti risulterà una specie di racconto fantasy. Ma c'è anche da notare che se sei qui non è un caso...

Ad ogni modo, prendi tutto con le pinze strette e quello che senti giusto lo assorbi, il resto lo lasci stare.


L'importante per me è trasmettere le informazioni corrette ai fini di praticare un corretto lavoro su di sé - che tra le altre cose comprende l'imparare ad accettare che si muore. 

Che le cose e le persone hanno un inizio e una fine. Che le situazioni cambiano e la vita si trasforma.
È una cosa difficile...lo so bene, perché io sono la prima ad essere attaccata a tanti aspetti della mia vita... però la verità è la verità e verrà sempre prima di tutto e tutti.


Sono tempi duri...lo saranno fino alla fine della nostra vita...


La cosa migliore è imparare a viverli nella gioia nonostante il dolore e con il cuore aperto nonostante il rancore.


"...Non vi è gioia senza dolore..." Richard Wagner


Un abbraccio ❤

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Sabrina Menga
Alchimia Interior

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